martedì 25 marzo 2014

Presentazioe del Convegno di sabato 29

SITO INDUSTRIALE DI BORGOFRANCO
UN SECOLO DI INQUINAMENTO, QUALE FUTURO?

L'interesse per lo stato e, soprattutto il futuro, dell'area industriale di Borgofranco (circa 60 ettari attualmente quasi inutilizzati) nasce dalla esigenza di rafforzare l'opposizione al progetto di realizzare un impianto di pirogassificazione di rifiuti speciali che si intenderebbe realizzare nell'area. Tale opposizione ha visto una mobilitazione di cittadini ed associazioni unitamente a numerose amministrazioni. Ovviamente ci sono solide argomentazioni, pur restando nel campo del ciclo dei rifiuti, per contrastare tale impianto ma il Comitato Dora Baltea Che Respira unitamente a Legambiente e ad un gruppo di amministrazioni intende allargare la discussione sul futuro del sito industriale che nel '900 ha ospitato industrie chimiche inquinanti che ora non ci sono più.
Il Comitato Dora Baltea Che Respira ha fatto nei mesi scorsi una indagine sullo stato del sito industriale di Borgofranco. L'indagine è stata fatta consultando il tecnico dell'Arpa di Torino che ha seguito i lavori dell'unico progetto di bonifica parziale dell'area e la documentazione esistente presso il Comune di Borgofranco e verrà presentata nel convegno da Nevio Perna. Dall’indagine emerge che la bonifica realizzata è stata parziale sia in estensione (ha riguardato solo un terzo del totale dell'area) sia in qualità (continuano ad emergere aree con presenza di inquinanti anche nell'area bonificata; è di dicembre una determina della Provincia di Torino che chiede un'estensione del Piano di bonifica).
Il convegno intende sollecitare la necessità del completamento della bonifica legato ad un progetto di riqualificazione e riuso dell'area industriale.
In sintesi le domande che porremo al centro del convegno sono: 1) è sufficiente la bonifica realizzata dalla Novelis e qual'è lo stato della restante area industriale che non è stata coinvolta nella bonifica; verifica da estendere all'esterno dell'area dove sono state scaricate delle scorie come richiesto dal Comune di Quassolo. 2) Quali sono le destinazioni d'uso a cui far tendere un eventuale progetto di bonifica. Qui è determinante il ruolo delle amministrazioni del territorio sulle linee di sviluppo del futuro ed è previsto un intervento del gruppo di Comuni che hanno avviato un tavolo di progettazione. 3) Quali sono le possibili tecniche di bonifica, quali costi, con esempi di bonifiche realizzate, tema che verrà sviluppato dall’Ing, Bosi della Riccoboni, una società specializzata in bonifiche ambientali.
L’ampia discussione che si è sviluppata nel nostro territorio a partire dall’opposizione al pirogassificatore di rifiuti è un’occasione importante per interrogarsi sulla necessità di rompere con il passato di inquinamento del sito di Borgofranco, ma anche con la scelta del trattamento a caldo dei rifiuti. Questo tema verrà affrontato da Roberto Cavallo che ha una grande competenza sulla gestione dei rifiuti.
L’assessore provinciale Roberto Ronco è un interlocutore privilegiato di tutti questi temi in quanto la Provincia ha la responsabilità politica delle scelte ed è con essa che è stato avviato un confronto all’interno del tavolo di progettazione dello sviluppo territoriale promosso da otto Comuni del territorio.
Il vice presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani riporterà l’impegno che l’associazione sta sviluppando a livello nazionale per la bonifica ed il recupero delle aree inquinate.
Nei giorni scorsi abbiamo richiamato l’attenzione sul caso dell’Isochimica  di Avellino dove gli operai lavoravano l’amianto senza alcuna protezione. L’azienda si era aggiudicata la commessa delle Ferrovie dello Stato per ripulire 1740 carrozze ferroviarie e 499 locomotrici, per un totale di 2276 tonnellate di crocidolite che è la varietà più pericolosa di amianto. Il tutto in un giro vertiginoso di appalti, soldi, assunzioni, voti di scambio.  Forse non tutti si ricordano, e i più giovani quasi certamente non sanno, che questa lavorazione doveva essere fatta nel sito industriale di Borgofranco. Correva l’anno 1983, e il sito era considerato ideale per posizione e collegamento ferroviario. Fu solo grazie allo scandalo delle “lenzuola d’oro” in cui incappò il proprietario dell’Isochimica, Graziano, che il tutto si arenò. Una fortuna per noi e una sfortuna in più per Avellino, ma soprattutto questo fatto ci induca a riflettere sulle “occasioni da non perdere per lo sviluppo e l’occupazione”.

Elisa Ierace per il Comitato Dora Baltea che Respira

Mimmo Pignataro per il Circolo Dora Baltea di Legambiente

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